La seconda fase è disegnare il namenote (o storyboard). Anche questa fase è molto lunga, perché bisogna fare estremamente attenzione all’impaginazione, alla vignettatura, alle inquadrature e al ritmo della storia. Dal momento che per Il Covo del Drago non ero da sola a curare la storia, il mio intervento è iniziato più pesantemente in questa fase. Ad intervalli regolari, mi veniva inviato un pezzo di sceneggiatura (che di solito corrispondeva ad una scena completa) ed io lo trasformavo in immagini, lavorando molto sulle inquadrature ed il ritmo. All’inizio era molto difficile capire quali immagini scegliere e in quali vignette disegnarle; mi è successo spesso di rifare molte volte la stessa scena per allungarne il ritmo (avevo la brutta abitudine di sintetizzare troppo).
Devo dire che questo processo è stato estremamente lungo, a volte snervante, ma allo stesso tempo utilissimo. Mi sono resa conto che pian piano avevo acquisito dei meccanismi che funzionavano: avevo capito qual era il modo giusto di interpretare questa storia e a partire da quel momento mi sono velocizzata moltissimo!
La terza fase, nel mio caso, è stata di correggere insieme allo sceneggiatore tutto il namenote. Dopodiché, ho potuto iniziare le tavole vere e proprie! Per questa quarta fase non ho molto da dire, se il lavoro sul namenote è stato fatto correttamente e con precisione, è sufficiente riprodurre sul formato B4 quello che si era previsto.
L’ultima fase per me è stata quella della copertina. Molte persone pensano che si debba partire da questa, ma è davvero l’ultimo dei disegni che si fanno per un fumetto. La copertina ha uno scopo comunicativo, deve attirare l’attenzione ed essere esteticamente curata. È importante realizzarla al meglio delle proprie capacità e in armonia con l’atmosfera del manga e in accordo con i tecnici della tipografia.
Il mio lavoro era terminato, ma dietro alla creazione del Covo del Drago ci sono altri segreti. Primo fra tutti, la realizzazione di diverse tavole a colori! In effetti, mentre io mi occupavo dell’inchiostrazione, una persona piena di talento colorava a mano con matite, acquerelli e pigmenti una trentina delle tavole finite. In uno dei prossimi articoli o aggiornamenti sulla mia pagina, parleremo anche di questo.
Un’altra fase, anch’essa estremamente importante, è stata quella dell’inserimento di testi ed onomatopee. In genere, le onomatopee sono disegnate dall’autore ed inserite direttamente sulle tavole o aggiunte in seguito. In questo caso, così come per i testi, ad occuparsene sono stati lo sceneggiatore e l’editore.
Tutte queste fasi sono importanti per la realizzazione di un fumetto e bisogna dedicare a ciascuna il tempo necessario per completarle con cura. Io ho avuto la fortuna di lavorare con persone competenti dalle quali ho imparato moltissimo durante questi anni e che voglio ringraziare per la loro pazienza e disponibilità, ma sopratutto perché insieme a me hanno creduto in questo progetto fino alla fine, nonostante tutte le difficoltà che abbiamo potuto affrontare.