Alice Boffa & Antonella Capolupo

Intervista doppia – Alice Boffa & Antonella Capolupo

Quattro domande per scoprire un po’ di più come queste due giovani autrici vivono il lavoro nel mondo del manga.

1) Cosa vi ha spinte a scrivere e disegnare un fumetto?

  • Alice: Disegno da quando ne ho ricordo, ma quando andavo alle elementari ero quasi ossessionata dall’idea di scrivere un libro. Purtroppo, la scrittura non è mai stata il mio forte, anche se ho sempre amato dedicarmici. Quando mi resi conto che sarebbe stato davvero molto difficile (anche se non impossibile) per me raggiungere il livello necessario per scrivere un libro, scoprii il mondo dei fumetti. Allora mi domandai quale fosse la cosa più importante per me: scrivere o raccontare una storia? Come potete immaginarlo, capii che per me l’importante era raccontare, indipendentemente dal mezzo di comunicazione usato. Fu così che iniziai a lavorare sul fumetto. Ancora oggi quello che mi ha spinta a lavorare al progetto de Il viaggio di Miró e di RumXXX è stato questo desiderio del voler raccontare una storia, di condividere qualcosa di un po’ diverso che faccia emozionare e sia piacevole da leggere. Forse in RumXXX non troverete filosofie oniriche o risposte agli enigmi della vita, ma la mia speranza è che possa regalarvi una risata e tenervi compagnia.
  • Antonella: Per quanto riguarda Il Covo del Drago, posso dire che mi ci sono buttata a capofitto subito dopo aver finito il primo anno di studi in Tecnica Manga. Volevo sperimentare e mettermi alla prova, capire se ero abbastanza tenace e determinata da portare fino alla fine un progetto. Notai subito che lavorare ad un fumetto era totalmente diverso dalle lezioni a cui ero abituata in Accademia; ma la mia determinazione e pazienza mi hanno permesso di superare tutte le fasi del lavoro, organizzare gli orari della giornata in modo da avere anche tempo per me stessa. Disegnare tutti i giorni (name, tavole, sfondi..) per quattro anni mi ha permesso di osservare moltissimi miglioramenti. Sapevo che avrei imparato molto e ho approfittato dell’opportunità continuando a studiare “indirettamente”, facendo tesoro di tutti i consigli e le correzioni arrivati durante la creazione di quest’opera. Alla fine del percorso ho potuto notare quanto il mio stile di disegno sia cambiato ed evoluto. È una cosa che mi rende davvero felice, perché riesco a notare da sola gli errori delle vecchie tavole oppure sfondi che inquadrature che adesso farei diversamente. Tutto questo mi ha permesso di crescere come disegnatrice e mi ritengo soddisfatta del mio percorso adesso concluso. Sicuramente questi rimarranno sempre i motivi che mi spingeranno a creare e disegnare fumetti futuri: la costante voglia di migliorarmi sia nel disegno che nella narrazione per offrire al lettore un prodotto che valga la pena leggere.

2) Quali sono state le difficoltà maggiori?

  • Alice: Non è mai facile lavorare ad un fumetto, anche se è qualcosa che ci appassiona molto. Oltre al lato un po’ masochista del creare una storia in un’ambientazione che non avevo mai disegnato prima, gli ostacoli sono stati principalmente due:
    – Il primo in assoluto è stata la struttura narrativa della yonkoma. Questa struttura è formata da quattro vignette della stessa dimensione posizionate in verticale, in ognuna delle quali deve concludersi una microscena, in questo caso comica. A volte, sopratutto quando avevo la necessità di dover spiegare un elemento fondamentale della trama, è stato molto difficile creare una scena che si concludesse nello spazio prestabilito e che in qualche modo non risultasse noiosa. Mentre in altri casi, presa dalla frenesia, raccontavo troppo in poco tempo, facevo accadere troppe cose in maniera troppo ravvicinata. Quando mi rendevo conto che stava succedendo, riprendevo tutta la scena e rallentavo i tempi narrativi.
    – Il secondo ostacolo è stato lo “spazio scenico”. Disegnare due galeoni che si fronteggiano in una vignetta di 6 cm per 8 non è così banale, sopratutto se al suo interno ci devono essere dei personaggi che devono essere almeno un po’ riconoscibili. Questo ostacolo mi ha permesso di lavorare tantissimo sulle inquadrature, che devono essere sia funzionali alla narrazione, sia di impatto visivo. Infatti molte delle inquadrature realizzate nel namenote sono state modificate nelle tavole definitive.
    Solitamente una delle maggiori difficoltà elencate dai fumettisti è il rischio di non rientrare nei tempi di consegna. Fortunatamente, per questo primo volume di RumXXX ce l’ho fatta senza problemi (lavorando giorni interi e alcune notti alle tavole).
  • Antonella: Ci sono delle fasi , quando si lavora ad un fumetto, in cui ci si sente sconfortati o in cui si ha l’impressione che sia un lavoro interminabile. Questo mi è capitato più volte durante il lavoro, in particolare durante la fase del name no name e del namenote. È stata la parte più lunga e non vedevo l’ora di terminarla per poter finalmente disegnare le tavole. Per un anno e mezzo circa ho disegnato solo il namenote, mattina e pomeriggio. Pensavo non finisse più, ma alla fine ne sono uscita e i miei disegni erano anche migliorati! Col senno di poi, mi ritrovo spesso a pensare che se avessi iniziato le tavole senza questa lunga fase, oggi mi vergognerei per la qualità dei disegni. Iniziate le tavole ero lentissima: avevo paura di sbagliare, di calcare troppo e lasciare solchi sul foglio, di sbagliare le proporzioni… dopo le prime 15 ho iniziato a velocizzarmi e ad acquisire più sicurezza. Un’altra difficoltà per me è stata di resistere alla tentazione di inchiostrare o retinare le tavole prima di aver completato le matite di 200 e più pagine. La curiosità di vederne finite almeno un paio era grandissima, ma ho dovuto frenarmi ed è stato un bene, perché ho potuto rivederle tutte e correggerle prima di inchiostrarle. Dopo quella del namenote, questa fase è stata la più lunga, anche perché quando pensavo di aver finito alla fine aggiungevamo altre tavole per migliorare la storia! I retini manuali mi hanno portato via tantissimo tempo, rallentandomi molto. Bisogna essere precisi e fare attenzione agli sprechi, ma anche qui con un po’ di allenamento si diventa molto più pratici e veloci.

 

3) Quali sono state le parti più divertenti?

  • Alice: Quando si disegna una storia comica tutto è divertente! Ogni fase della realizzazione del fumetto ha qualcosa che la rende unica, che si tratti di affrontare sfondi estremamente complicati sia da disegnare che inchiostrare o colorare alcune tavole. Una cosa che mi piace tantissimo è quando finalmente metto i retini su una tavola, perché in quel momento prende davvero la forma di qualcosa che sarà pubblicato ed inoltre è il momento in cui si può ridurre la lista delle “tavole da finire”. Non saprei descrivervi a parole la soddisfazione che si sente in quel momento!
    Una volta che il namenote è finalizzato, la fase che si può definire realmente “creativa” è finita, a partire dal momento in cui si inizia a lavorare alle matite delle tavoleè tutta produzione pratica. Iniziamo a disegnare i personaggi in maniera quasi automatica. Una volta identificata la posa del personaggio basta aggiungerci i dettagli del volto e poi i vestiti. In questo meccanismo automatizzato mi è capitato a volte di scambiare inavvertitamente i vestiti ai personaggi (ricontrollando alcune tavole ho trovato personaggi maschili e femminili con gli abiti invertiti!). Quando accade questo genere di cose si può solo ridere e accettare il fatto che forse si ha bisogno di una piccola pausa. Oppure approfittarne per disegnare davvero i personaggi con i vestiti scambiati…
  • Antonella: Mi sono divertita moltissimo ad inchiostrare le tavole! Mi rilassa davvero tanto vedere l’inchiostro scendere dal pennino e poggiarsi sul foglio liscio… tratteggiare per mettere le ombre sui personaggi e gli edifici è il massimo! Infatti in questa fase del lavoro sono stata velocissima e sono subito passata a mettere le campiture nere sui vestiti, capelli e cieli notturni divertendomi tantissimo.

4) Quali sono le vostre aspettative? Avete progetti per il futuro?

  • Alice: Una parte di me vorrebbe dirvi che parto per una lunga vacanza ai Caraibi, ma l’altra parte di me sa che non mi riposerei davvero perché mi verrebbero nuove idee e mi metterei a disegnarle in spiaggia (anche se non suona così male in fondo…). Divagazioni a parte, RumXXX non sarà una one-shot: ho in programma un secondo volume assicurato e molto probabilmente un terzo! Vorrei portare avanti questa storia, fintanto che le idee che mi verranno saranno interessanti e divertenti.
    Oltre a RumXXX, ho diverse idee per alcuni progetti futuri su cui lavorare. Mi piacerebbe pubblicare qualche altro libro illustrato come il mio precedente lavoro Il viaggio di Miró, perché alla fine mi diverte e la mole di lavoro, anche se sempre imponente, è minore rispetto a quella di un fumetto. Inoltre mi piacerebbe riuscire a staccarmi un po’ dallo schema delle yonkoma e lavorare su un progetto con un genere un po’ più serio e maturo. Naturalmente per ora sono ancora in alto mare, quindi mi prenderò un po’ di tempo per ragionarci su e se mi venisse un’idea fulminante come quella di RumXXX, seguirò l’onda e cercherò di svilupparla al meglio delle mie possibilità!
  • Antonella: Per ora sono sicuramente molto curiosa di conoscere il parere dei lettori sulla storia e sui disegni. Spero che il mio duro lavoro possa essere apprezzato e criticato, in modo da migliorare
    e non ripetere più gli stessi errori in futuro. Mi piacerebbe vedere i committenti dell’opera soddisfatti del risultato finale. Ma soprattutto, vorrei che se ne parlasse abbastanza per convincere quelle persone che ancora dicono che “il manga italiano non si affermerà mai” che non è vero. Per questo, con il mio manga
    vorrei dare il mio contributo per far crescere questo genere di mercato che si sta facendo strada tra gli altri generi fumettistici.
    Nel futuro vorrei pubblicare ancora, magari disegnando una storia tutta mia. Mi piacerebbe mettermi di nuovo alla prova e applicare gli insegnamenti che fino ad oggi ho ricevuto lavorando in gruppo. Sicuramente sarà molto difficile lavorare da sola e pensare a tutto, ma sono molto positiva se penso a progetti futuri e a dire la verità non vedo l’ora di iniziarne uno nuovo. Al momento mi sto esecitando per migliorare il mio stile di disegno e a breve penso che inizierò a buttar giù qualche idea per una nuova storia, non lunga come la precedente, ma che trasmetta comunque qualcosa al lettore. Nel frattempo non smetterò di studiare e disegnare, c’è sempre da imparare e solo disegnando in continuazione si migliora e si ottengono ottimi risultati.

Ringraziamo ancora moltissimo Alice Boffa e Antonella Capolupo per queste risposte e per tutti gli articoli apparsi precedentemente su TecnicaManga. Continuate a seguire gli aggiornamenti di queste due giovani autrici su Euromanga e sulle loro pagine personali.

Non dimenticatevi di passare dallo stand di Euromanga a Lucca Comics per ritrovare le due autrici e le loro opere!

L'aspetto grafico dei personaggi è rimasto abbastanza fedele a quello delle prime bozze

Come nasce un personaggio? RumXXX

Che si lavori ad un manga, ad un film o ad un libro, lo studio dei personaggi è molto importante ed unisce fasi creative a momenti di ricerca più meticolosa. Un personaggio può nascere dalle necessità della storia o dalle caratteristiche particolari dello stesso. Nel caso di RumXXX, temo che molti dei personaggi siano nati dai loro disturbi mentali (o forse dai miei, hahaha).

L'aspetto grafico dei personaggi è rimasto abbastanza fedele a quello delle prime bozze
L’aspetto grafico dei personaggi è rimasto abbastanza fedele a quello delle prime bozze

Trattandosi di una storia comica, mi sono divertita a creare personaggi con i difetti più svariati. Per definirli meglio, sono partita dal ruolo che ricoprono all’interno della storia, cercando di rafforzare in maniera quasi esasperata gli stereotipi ad esso legati. In altri casi, ho giocato su stereotipi opposti o sulla creazione di contrasti molto forti. Inoltre, per tutti i personaggi è stato fondamentale lavorare su quello che definiamo il loro motore principale, l’obiettivo che sentono di dover assolutamente perseguire.

Il capitano
Il capitano

Per esempio, il capitano di una nave dev’essere autoritario, sicuro, pronto a prendere decisioni cruciali nei momenti più difficili, determinato, combattivo e capace di mantenere il suo ruolo anche nelle situazioni più complicate. Così, colei che copre il ruolo di Capitano per eccellenza in RumXXX è una ragazza con un’indole dittatoriale, testarda, guerrafondaia, estremamente impulsiva, paranoica, possessiva nei confronti della propria nave (e ciurma) ed ossessionata dal ricordare a tutti che lei è il capitano. Se il capitano di una nave pirata tradizionale fa quasi sempre la scelta giusta, il Capitano di RumXXX fa quasi sempre la scelta sbagliata.

La Vice, nella sua prima versione
La Vice, nella sua prima versione

Inoltre ho voluto aggiungere una caratteristica particolare: il Capitano è estremamente pigro, infatti si è autoproclamata capitano unicamente per poter dare ordini e non alzare mai un dito.

Per quanto riguarda la coprotagonista invece (la Vice) ho giocato

sugli opposti: un vice dovrebbe essere qualcuno di responsabile, sicuro, capace di mettere in discussione le decisioni del capitano qualora quest’ultimo compiesse sciocchezze. In RumXXX, la Vice è irresponsabile, ingenua, non prende mai decisioni, è persa nel suo mondo, non è minimamente interessata al comando, segue gli ordini del Capitano senza mai farsi domande. La sua caratteristica principale è di essere un alcolizzata cronica.

Tra questi due personaggi c’è un rapporto di rispetto e fiducia reciproca nato da una forte amicizia. Avendo due caratteri praticamente opposti, si trovano in una sorta di equilibrio. Il Capitano ha un’indole quasi materna nei confronti della Vice, ha sempre il timore che finisca nei guai a causa della sua spensieratezza, quindi è molto protettiva e possessiva nei suoi confronti. Mentre alla Vice è sufficiente che nessuno insulti od offenda il Capitano, altrimenti sono guai.

7 - ciurma capitano
Viva la ciurma del Capitano!

Il resto della ciurma è composto da un fifone, uno che passava lì per caso, una guerriera col mattarello, un bambino, un uomo col mono sopracciglio e tanti altri elementi, ovviamente molto poco seri e competenti nell’arte navale.

Lo squalo bianco
Lo squalo bianco

In una storia comica, anche se si basa sulla storia di personaggi squilibrati, ci vuole qualcuno che mantenga un po’ di ordine o regnerebbe l’anarchia totale e non si capirebbe più niente della trama. Ed ecco che entra in scena la banda rivale: i pirati del capitano Nate, detto lo “squalo bianco“. Lui sì che è un vero pirata: ha una ciurma di filibustieri della peggior specie, saccheggia, va all’avventura, lotta contro il sistema per affermare la sua libertà, è misterioso e affascinante. Il poveretto non sa ancora a cosa sta per andare incontro!

Wane
Wane

Naturalmente un condottiero della sua fama ha bisogno di una controparte che gli possa dare consigli nei momenti più complicati ed è così che incontriamo Wane: il sempliciotto che però è sempre presente quando c’è una difficoltà e non si tira mai indietro, anche se non è molto abile e la fortuna non è proprio dalla sua parte.

Per quanto riguarda l’aspetto esteriore dei personaggi ho cercato di renderli tutti diversi tra loro e interessanti. Naturalmente ci sono personaggi con un aspetto più ridicolo di altri, ma renderli tutti troppo assurdi avrebbe reso più difficile l’avvicinamento del lettore ad essi (ed inoltre un’esasperazione troppo esagerata avrebbe anche stancato, ad un certo punto).

8 - ciurma di nate
Non dimentichiamoci della ciurma di Nate!

Vorrei poter scegliere nel dettaglio su ogni personaggio, raccontarvi come sono nati e come le loro vite intrecciandosi li porteranno a vivere avventure allucinanti, ma poi vi porterei via tutto il divertimento della lettura e non me lo perdonerei mai! Quindi, per maggiori dettagli, vi invito a leggere RumXXX!

 

Ivan e Rita

Il Covo del Drago – Personaggi

Dopo aver presentato la nascita del Covo del Drago, le fasi di lavoro e le ambientazioni è il momento di andare alla scoperta dei personaggi, di come sono nati e si sono sviluppati.
Ivan

Partiamo dal protagonista, Ivan.
Il design di questo personaggio doveva essere semplice ed adatto ad un ragazzo di 17 anni. Sin da subito, lo stile di abbigliamento di Ivan mi è parso chiaro: una felpa rossa (rigorosamente aperta), una maglietta nera, un paio di jeans chiari e delle scarpe comode. Se da un lato i vestiti sono stati una scelta immediata, dall’altro ho dovuto riflettere molto di più sul resto dell’aspetto fisico, in particolare il viso e la capigliatura. L’idea era quella di rappresentare un ragazzo ribelle, senza molta voglia di studiare. In apparenza, Ivan è un po’ uno sbruffone, gli piace mettersi in mostra davanti ai coetanei per farsi accettare e guadagnare la loro stima, si caccia nei guai ed ha sempre un sorrisetto malizioso sulle labbra. Come potrete immaginare, però, questo lato superficiale ne nasconde un altro, più intricato e misterioso, che tiene nascosto a tutti. Non vi rivelo di più per non rovinarvi la lettura!

Ivan e Rita

Un altro personaggio di cui vorrei parlarvi è Rita. Rita è la persona che si occupa della biblioteca della scuola dove studia Ivan. E’ gentile e sensibile, vede del buono in tutte le persone ed ha sempre un atteggiamento positivo. Per lei ho scelto un design sobrio ed elegante, con una gonna nera attillata ed una camicetta bianca. I capelli sono sempre raccolti in un’acconciatura che la fa sembrare più vecchia di quanto non lo sia in realtà, cosa che rispecchia il suo modo di essere. Dietro a questo lato serio e rigido, è un po’ sbadata, ha spesso qualche capello fuori posto e addirittura tre paia di occhiali (non vede bene né da lontano né da vicino; il terzo paio lo usa per abituarsi alle lenti progressive che le fanno venire il mal di testa).
Rita passerà molto tempo con Ivan, che metterà a dura prova la sua pazienza, ma alla fine i due impareranno a conoscersi e rispettarsi.

Padre
Per il design del padre di Ivan mi sono ispirata ad un professore di chimica che insegnava nel liceo dove ho studiato. Giovane e con un aspetto un po’ trascurato, nel manga questo personaggio è spesso distratto, immerso nel suo mondo e nelle sue preoccupazioni al punto da ignorare tutto il resto e da trascurare persino suo figlio. Questa mancanza di comunicazione e il distacco tra i due incideranno molto sulle scelte che Ivan prenderà durante la storia.
Preside
Un altro personaggio importante è il preside del liceo, un uomo anziano, magro, che porta camicie più grandi di almeno una o due taglie. È una persona severa, ma a causa della sua statura bassa non viene preso seriamente dai ragazzi, per cui la maggior parte delle volte si fa accompagnare dal bidello (alto 2 metri) che gira sempre con la sua fidata scopa. Lo sguardo serio e i vestiti pesanti di quest’ultimo incutono timore a tutti i ragazzi. In realtà è un omone buono e gentile, ma ovviamente questo gli studenti non lo sanno! A dispetto della sua mole, è cagionevole di salute, per cui indossa sempre una sciarpa e un cappellino di lana, senza gran successo (è perennemente raffreddato). Ha un debole per Rita, ma è troppo timido per dichiararsi; si limita ad essere premuroso e protettivo nei suoi confronti, ma la sbadataggine della bibliotecaria la rende cieca a queste attenzioni particolari. Per Rita il bidello è un buon amico, gli ha regalato un cappellino di lana fatto a mano che lui indossa sempre.
Non potendo svelare parti importanti della trama, devo limitarmi alla presentazione di questi cinque personaggi, ma spero che questo articolo vi abbia incuriosito e che leggendo Il Covo del Drago vi affezionerete ad almeno uno di loro.

Al prossimo articolo!

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RumXXX – Le ambientazioni

Un aspetto molto importante nella creazione di un manga è lo studio dell’ambientazione. Che si tratti di un’ambientazione inventata o realistica, la mole di lavoro non è indifferente.

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Per realizzare RumXXX ho dovuto studiare vestiti, accessori, imbarcazioni, porti e intere città. Spero che il risultato vi piaccia!

RumXXX, come spero abbiate intuito anche dai precedenti articoli, è ambientato nell’epoca piratesca del XVIII secolo. Vorrei poter dire che questa scelta è nata da una grande conoscenza storica di questo periodo ma ahimé, non sarebbe la verità. In realtà ho scelto quest’epoca perché è la più caratteristica, “tipica” della pirateria. Mi piaceva l’idea delle avventure e delle scorribande, dei tesori misteriosi e delle isole maledette. Ovviamente, mi sono documentata, ma non essendo un’esperta mi scuso in anticipo in caso fossero presenti eventuali elementi anacronistici nel manga.

Inizialmente mi sono concentrata sui vestiti dei protagonisti, cercando di renderli al contempo coerenti con il tempo storico in cui la storia è ambientata e di impatto, in modo da permettere al lettore di riconoscere facilmente i personaggi.

images-11Mentre disegnavo il namenote non avevo minimamente pensato a tutte le difficoltà che mi stavo ponendo o alla mole di lavoro che mi avrebbe colpita al momento di dover disegnare, per esempio, il galeone pirata! Questo problema è stato uno dei più seri, perché per la images-15maggior parte del tempo i miei personaggi vivono su un galeone. Quindi, prima di poter mettere mano alle matite definitive delle tavole, ho dovuto studiarmi la struttura navale attraverso immagini, fotografie, documenti e tutto quello che potesse aiutarmi. Non potevo permettermi di raccontare una storia di pirati con dei galeoni disegnati male, non me lo sarei mai perdonata. La ricerca di riferimenti ed informazioni si è estesa non solo all’ambito navale, ma anche a tutti gli ambienti in cui i personaggi sarebbero passati a terra. Quando si inserisce uno sfondo in un manga, anche piccolo, non lo si fa per riempire lo spazio a caso.  Oltre a dover inserire gli elementi paesaggistici in modo coerente, bisogna inoltre essere molto puntigliosi anche quando un determinato spazio non è più visibile nell’inquadratura. Per esempio, se decidiamo di posizioniare una sedia a fianco di una porta in uno sfondo, dovremo restare coerenti e mostrarle allo stesso modo anche da un’altra inquadratura.

Lavorare con un’ambientazione collocabile storicamente ha il vantaggio di avere la possibilità di accedere ad informazioni mirate senza dover inventare e studiare un ambientazione completamente da zero. In RumXXX, la parte complicata è stata ricostruire da immagini antiche ambientazioni credibili, come per esempio il porto di una città.

Inchiostro, fude e retini per il mare in tempesta
Inchiostro, fude e retini per il mare in tempesta

Per quanto un’ambientazione possa essere complicata, la difficoltà non sta solo nel disegnare gli elementi con la giusta prospettiva, la giusta inquadratura e con i dettagli necessari. Infatti, ad incidere moltissimo sono gli effetti dati dalle ombre rese con i tratteggi e i retini. È importante differenziare attraverso l’inchiostrazione i diversi materiali, come legno e pietra. La parte più interessante con i retini è stata la realizzazione degli effetti dell’acqua del mare (calmo, in tempesta, con delle onde che si infrangono sulla spiaggia…).

L’esperienza con RumXXX mi ha permesso di imparare tantissimo riguardo a delle ambientazioni di cui non ero esperta, superando così i limiti che avevo prima di lanciarmi nella creazione di questa storia e divertendomi nella realizzazione di questa sfida.

Alice Boffa

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Il Covo del Drago – La documentazione

20180130_101348Quella della documentazione è una fase fondamentale nella stesura e realizzazione di un fumetto. Si inserisce nel processo di creazione della storia, fornendo, attraverso una ricerca estensiva, elementi che permettono di collocare eventi e personaggi in un contesto definito, riconoscibile e dai meccanismi verosimili. Naturalmente si tratta dello stesso principio applicato anche ad altri prodotti, come romanzi e film.
Un esempio che viene subito in mente è quello di manga ad ambientazione storica: una vicenda ambientata nella Londra vittoriana, per esempio, per risultare anche solo plausibile richiederà uno studio approfondito non solo dell’architettura e della moda dell’epoca, ma anche di aspetti quali le abitudini alimentari, le modalità di comunicazione tra le diverse cerchie sociali, i passatempi in voga a seconda anche dell’area specifica della città o del periodo dell’anno. Questa fase di ricerca avviene prima della stesura della sceneggiatura vera e propria; per quanto lunga – e a volte estenuante – sia, ci permette di far vivere i nostri personaggi in modo realistico e di farli muovere all’interno dell’ambiente che abbiamo creato senza che risulti innaturale, per evitare anche che distolga l’attenzione del lettore dalla storia.
Matera
Matera
La foto...
Dalla foto…

Per quanto riguarda il mio fumetto, mi sono concentrata principalmente sulla caratterizzazione degli ambienti. Il Covo del Drago si svolge nella mia città: Matera. Ho colto l’occasione per osservare luoghi ormai familiari attraverso una lente incentrata principalmente sul possibile impatto grafico delle varie zone. Armata di macchina fotografica, ho ripreso da più angolazioni quasi ogni edificio della

...e il manga
…al manga

città; scelto le strade, le aree residenziali, le case e i parchi che mi sarebbero poi serviti per collocare i personaggi e far proseguire la narrazione.

Una fotografia scattata con un’inquadratura interessante può rivelarsi particolarmente utile durante la realizzazione degli sfondi, ma un altro motivo per cui ho prestato particolare attenzione alle angolazioni, nella ripresa degli edifici, è che mi avrebbe consentito di capirne meglio la struttura.

Devo dire che in realtà è stato molto divertente! In fin dei conti il manga è ambientato ai giorni nostri, quindi la documentazione degli ambienti è stata quella che ha richiesto un impegno maggiore. Anche il lavoro del padre del protagonista riprende un elemento caratteristico della mia zona, ma per ora non posso dire altro!

Al prossimo articolo!

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RumXXX – Le fasi di lavoro

Quando si lavora alla realizzazione di un fumetto, non si può andare a caso, non si possono disegnare le tavole definitive delle scene che ci piacciono di più e poi passare ad aggiustare il namenote o inchiostrare mezza tavola, disegnare le matite di un’altra, e così via. È necessario trovare un ordine, delle fasi di lavoro che ci aiutino a gestire le attività da realizzare sfruttando al meglio il tempo a disposizione. Solo in questo modo si può riuscire a completare un prodotto che abbia la massima qualità (che siamo in grado di ottenere in quel momento) complessiva, in un tempo non troppo esagerato. Perché certo, ci piace tanto disegnare, ma ahimé, bisogna anche mangiare!

D-dieci anni?!
D-dieci anni?!

Potremmo passare dieci anni a lavorare sul fumetto della nostra vita, quello che vorremmo fosse perfetto in tutto, fatto a mano, curato nei minimi dettagli, ma se per pubblicare ogni volume ci vogliono dieci anni, anche se fossero perfetti butteremmo via un sacco di tempo e sarebbe un vero peccato. Quindi bisogna trovare un compromesso. Un metodo che quantizzi il tempo che usiamo nella maniera migliore possibile.

Naturalmente, penso che ogni autore possieda il proprio metodo organizzativo, in base alle proprie capacità, tempistiche e necessità. In questo articolo vi spiegherò come ho diviso il lavoro per realizzare RumXXX.

Il primissimo step è stato lavorare alla storia, creare una lista di eventi in ordine di successione che avrebbero portato alla conclusione di una prima parte. Successivamente ho disegnato il namenote delle yonkoma fino al finale che avevo stabilito.

Dal momento che nello yonkoma le vignette hanno una grandezza e un numero regolare, ho potuto ottimizzare tantissimo lo spazio per il namenote!
Dal momento che nello yonkoma le vignette hanno una grandezza e un numero regolare, ho potuto ottimizzare tantissimo lo spazio per il namenote!

Poi ho iniziato a disegnare le matite delle tavole in ordine di pagina. Può sembrare una piccolezza, ma per me disegnarle in ordine è davvero importate per due motivi: il primo è che se ci sono scene che fremo dalla voglia di disegnare me le devo guadagnare, nel senso che ci voglio arrivare passando prima da tutte quelle scene più complicate o meno stimolanti che ci sono nel mezzo (tutti abbiamo delle preferenze su cosa disegnare). In questo modo sono sempre motivata a superare galeoni, folle di personaggi o sfondi di ambientazioni molto dettagliati che a volte mi pento di aver scelto! Il secondo motivo è che più si disegna, più si migliora e lo stile di disegno cambia, anche se a volte di poco (e non ci si può fare proprio niente, il mutamento è lo stato naturale delle cose), quindi per evitare di dover rifare intere tavole precedenti o successive a causa dell’evoluzione dello stile di disegno che in quel modo risulterebbe cambiare in maniera repentina, preferisco che lo stile muti in maniera graduale, in modo da nascondere un po’ le differenze.

Durante la realizzazione delle matite, una cosa molto importante è una linea pulita ed essenziale. Quindi, prima di andare ad aggiungere i dettagli a matita, abbozzo i manichini e le linee principali degli sfondi di con una matita leggera, per poi andare a definire tutti i dettagli con una matita più scura. Realizzo questo passaggio per quattro tavole alla volta: se abbozzassi tutte le tavole prima di passare ai dettagli, rischierei di dimenticare il significato di alcuni segni tracciati in precedenza.

Quando inchiostro parto sempre dai personaggi in primo piano, per andare poi a dettagliare gli altri piani e lo sfondo
Quando inchiostro parto sempre dai personaggi in primo piano, per andare poi a dettagliare gli altri piani e lo sfondo

Solo una volta completate tutte le matite parto a inchiostrare la lineart di tutte le tavole. Poi scansiono tutte le tavole, nel caso alcune fossero da realizzare a colori o accadesse qualche spiacevole danno ad una di esse. Così, al posto di rifarle da capo, avrei la possibilità di ristamparle su un foglio adatto e proseguire col lavoro nel minor tempo possibile.

Dopo le scansioni, incomincio ad inserire le campiture nere e i tratteggi. Questa fase è forse quella che mi ruba più tempo in assoluto, ma è una delle mie fasi preferite perché il disegno inizia davvero a prendere forma. Per l’inserimento di campire e tratteggi per prima cosa comincio dalle campiture di cui sono sicura, come per esempio capelli o elementi scuri negli abiti o negli sfondi, poi passo ai tratteggi e, in base al bilanciamento generale aggiungo campiture o tratteggi dove servono. E’ una fase delicata, perché è necessario avere già un idea di quali retini si vogliono inserire e dove.

Prima di iniziare ad inserire i retini, c’è il primo controllo di errori o macchie che cancello con il bianchetto.

La tavola retinata a mano
La tavola retinata a mano

Poi finalmente passo ai retini manuali. Anche in questo caso parto dai retini sicuri, come texture di tessuti o toni di capelli e dettagli o sfumature da fare con il taglierino. Finita la retinatura passo al secondo controllo di pulizia della tavola.

Dopodiché inserisco le onomatopee su dei fogli di acetato che applico sulla tavola con del nastro adesivo. Le realizzo usando acrilico bianco e inchiostro.

Per quanto riguarda le tavole a colori, stampo la lineart su carta da acquerello e poi le coloro tutte d’un fiato.

In ogni fase sopra descritta, procedo sempre rigorosamente in ordine di pagina. La cover e il titolo sono le ultime cose su cui ho lavorato.

Se siete interessati a iniziare il progetto di un fumetto in maniera completa, cercate di scoprire cosa vi serve per lavorare al meglio e trovate uno schema, un ordine nelle fasi di lavoro che sia utile, produttivo e stimolante!

Alice Boffa