Con l’arrivo delle festività natalizie e di anno nuovo, molti disegnatori e appassionati si cimentano in cartoline di auguri personalizzate.
Di seguito trovate qualche consiglio per realizzare illustrazioni a colori con un budget di 10€.
L’idea è molto semplice: realizzare, utilizzando un solo colore, delle cartoline di auguri in stile manga. Potete disegnare dei chibi (o deformed), ma anche personaggi dalle proporzioni più realistiche.
Nell’illustrazione di esempio, abbiamo realizzato un disegno che include alcuni emblemi del Natale: un regalo e un abito che richiami quello di Babbo Natale.
Una volta completato lo schizzo a matita, inchiostrate con un multiliner resistente all’alcool. Ecco che la lineart è pronta!
Potete quindi colorarla in due modi differenti: o con una campitura monocromatica piatta, oppure lasciando zone in bianco per i punti di luce e sovrapponendo lo stesso colore più volte per creare le ombre.
Qui abbiamo optato per il secondo metodo, stendendo più volte lo stesso tono (un rosso brillante R46 che richiama i toni natalizi) per creare profondità.
Quando realizzate un’illustrazione con un solo colore, alcune zone potranno sembrarvi troppo chiare: non esitate a ripassare il vostro multiliner, o altri prodotti, per aggiungere zone di nero! In questo modo riuscirete a bilanciare maggiormente la composizione.
Inoltre, nulla vieta di aggiungere ulteriori decorazioni utilizzando altri strumenti che avete già. Qui noi abbiamo velocemente aggiunto dettagli e punti di luce con una penna gel bianca Hybrid Gel, estremamente coprente e semplice da usare.
Un tema come quello natalizio vi permette di realizzare un gran numero di illustrazioni diverse senza dover consumare troppi materiali: il blocco di carta da cartoline contiene trenta fogli e un pennarello Copic Ciao si conserva a lungo nel tempo, permettendovi di utilizzarlo per decine di cartoline. Divertitevi a creare illustrazioni personalizzate aggiungendo solo qualche tocco di colore per un regalo indimenticabile!
Una parte essenziale della creazione grafica di un manga sono i retini. Questi fogli adesivi sono prodotti da diverse marche giapponesi e la migliore in termini di qualità è senza dubbio I-C. Ma come si usano?
Se siete alle prime armi con i retini e non sapete né quali scegliere né come usarli, la casa editrice Euromanga vi propone un tutorial di retinatura che include 4 retini di base, spiegazioni chiare ed esercizi progressivi (utili anche per coloro che già conoscono il prodotto).
In questo video (che non ha vocazione di tutorial, ma solo di esempio) potrete osservare Giusy mentre vi mostra gli esercizi base che si possono fare con i retini: dall’apparente semplice applicazione di un retino alla sovrapposizione, per finire con effetti di luce creati con la gomma abrasiva o il cutter.
Pronti, cutter… via!
Le riprese sono state effettuate durante il corso intermedio della Manga Summer School.
Nel post di oggi farò vedere le varie fasi di lavorazione per un’illustrazione. Naturalmente l’ordine che ho seguito è quello che, in questo caso, è risultato più comodo per me.
Iniziamo con la lineart, realizzata su carta da acquarello Sennelier pressata, 300g e inchiostrata con Multiliner Copic color nero, grigio e verde scuro. I colori che andrò ad utilizzare sono quelli del set Aquash della Pentel, i Radiant della Dr.Ph.Martin’s e matite acquarellabili Staedtler.
Fase 1: lineart. Fase 2: base e prime ombre della pelle. All’inizio di questa fase è da stabilire la direzione della luce. In questo caso proviene da sinistra, da metà altezza. Fase 3: Base dorata del vestito e della fascia per capelli (ragazza a destra). Per comodità chiameremo A la ragazza a sinistra e B quella a destra.
Fase 4: Base delle calze e delle scarpe della ragazza a destra, base dell’abito di A. Fase 5: Dettagli in verde scuro sulle ombre dorate. Fase 6: Base violetta dei capelli dei A, secondo passaggio di verde sul vestito dorato e sulle calze di B.
Fase 7: Con il marrone stendo la base dei capelli di B, cercando di seguire il movimento delle ciocche, e aggiungo un tono castano ai capelli di A. Fase 8: Scarpe di entrambi i personaggi vengono dettagliate in questa fase, così come la base degli occhi di B. Fase 9: Aggiungo del nero ai capelli di B, ne ritocco e scurisco gli occhi e stendo la base per quelli di A.
Fase 10: Base non omogenea di verde per il prato. Fase 11: Inizio a creare dei punti rossi di grandezze differenti per rappresentare i papaveri. Fase 12: Ecco il campo una volta terminato.
Fase 13: Prima di iniziare a colorare il cielo, traccio con un liquido mascherante la forma approssimativa delle nuvole, facendole convergere verso il centro dell’immagine. Fase 14: Lasciando il colore più intenso nella parte superiore, stendo la base del cielo.
Inoltre provo l’ebbrezza di rovesciare mezza boccetta di Radiant sul tavolo e sul foglio. Per fortuna trattandosi di pigmenti a base d’acqua basta spanderli con cura e/o coprirli in seguito con il bianco.
Aggiungo qualche dettaglio con una penna a gel bianca Misnon ed ecco il risultato finale:
Un disegno chibi, o deformed, di un personaggio non è altro che la rappresentazione dello stesso con una modifica significativa del rapporto di altezza ed un’ulteriore semplificazione dei tratti.
L’altezza delle figure umane viene misurata in “teste”; nel caso dei chibi si riducono spesso a 1:2 (due teste di altezza), 1:3 o 1:4.
Oggi provo a disegnare una fatina in deformed usando il rapporto testa-corpo 1:2. Questo significa che la proporzione complessiva del personaggio, testa compresa, non dovrà superare le due teste di altezza. È particolarmente difficile capire quali elementi mantenere, come semplificare correttamente la figura, cosa sia il caso di mantenere e cosa no.
Partiamo come sempre dalla costruzione in blocchi. Tracciamo due cerchi di uguale misura: uno andrà a costituire il viso, l’altro il corpo.
Nel deformed il volto gioca un ruolo fondamentale, pertanto gli elementi principali come occhi, sopracciglia e bocca devono essere rappresentati correttamente. Il naso invece può essere omesso, così come, in alcuni casi, il collo.
Cerchiamo di definire man mano la figura del personaggio, sempre prestando attenzione alle proporzioni dei vari elementi.
Le ali della fatina si estendono per quasi tutta la lunghezza del corpo.
Come potete notare, mani e piedi sono poco definiti. La forma è approssimativa, arrotondata e va bene per un chibi realizzato con un rapporto testa-corpo 1:2. I pochi elementi disegnati risultano chiari e ben delineati.
Concentriamoci ora sulla parte inferiore del corpo.
Le gambe, come le braccia, sono formate da linee affusolate ma non troppo realistiche. Si percepisce lo stacco tra fondoschiena, coscia e polpaccio, ma senza che troppa attenzione sia posta su questi elementi specifici.
A questo punto il nostro personaggio ha più o meno questo aspetto. Definiamo con cura la capigliatura, la forma degli occhi e delle ali, il movimento delle gambe e aggiungiamo qualche elemento decorativo per incorniciare la figura.
Per inchiostrare un disegno da colorare a copic o acquarelli, si possono usare diversi metodi:
O si sceglie un inchiostro resistente ad acqua e/o alcool (in questo caso consiglio il Black Ink della Kuretake), o si usano matite non cancellabili, o ancora si possono scegliere dei pennarellini appositi, come i multiliner copic.
La comodità di questi ultimi è l’ampia gamma di toni e di punte disponibili e la possibilità di ricaricare quelli della serie “Liner SP“.Io tendo ad usare principalmente i colori seppia, nero e grigio, perché fanno risaltare i tratti senza appesantirli troppo.
Un altro prodotto della Too Marker (casa produttrice dei copic) che mi piace usare è la “copic drawing pen”.
La struttura è quella di una penna stilografica, con inchiostro resistente ad alcool e acqua e la punta simile a quella di un maru-pen.
Il vantaggio di questo tipo di strumento, rispetto al multiliner classico, è che la punta a pennino permette una maggiore variazione di tratto, senza bisogno di passare da un pennarellino all’altro. Naturalmente con questo tipo di pennino sarà difficile realizzare tratti particolarmente ampi, o le campiture, per le quali ci si può avvalere o di una punta come la 0.3, 0.5, 0.8 del multiliner, oppure di quella a pennello.
In ogni caso ricordate che potete tracciare la lineart anche a colorazione completata, in modo da essere sicuri al 100% che l’inchiostro non sbavi e che si mantenga saturo. Potete anche scegliere di usare un solo tono per la quasi totalità dell’illustrazione e di evidenziare solo alcuni dettagli con uno strumento diverso. Ecco qui qualche esempio di lineart tracciate con multiliner differenti, in stadi diversi di lavorazione.
Multiliner utilizzati: grigio (mano e profilo), ciano (capelli), blu (firma e dettagli), seppia (Pollicina, pizzo). Aggiunti dopo la colorazione.
Multiliner utilizzati: nero (inchiostrazione complessiva), seppia (mela e arcolaio, in alto a destra e sinistra).
Insomma, ricordatevi sempre che potete rendere più interessante un’illustrazione anche in base a come – e con cosa – realizzate la lineart. Buon disegno a tutti!
Nella colorazione tendo ad utilizzare il kit aquash come strumento principale, mescolandone i colori ed eventualmente arricchendo la colorazione con radiant e copic.
Questa volta invece ho scelto di realizzare l’intera colorazione solo con matite acquarellabili (Staedler e Caran d’Ache) e gessetti acquarellabili (Caran d’Ache), aggiungendo delle punte di bianco con un acquarello in tubetto (Pentel).
In questo caso volevo rendere un effetto sepia, pertanto ho inchiostrato il disegno, realizzato su carta con grammatura 300g/m², con i multiliner sepia della Copic.
Stendere il colore direttamente con la matita o con il gessetto può alle volte lasciare tracce non omogenee.
Per questo personalmente preferisco sempre utilizzare pennelli ad acqua, come l’aquash Pentel o Kuretake, insieme ai colori ad acqua. L’aquash risulta particolarmente comodo se volete prima impregnare d’acqua una parte del disegno da colorare in modo uniforme, come i capelli del personaggio femminile di quest’illustrazione.
Inoltre questo metodo rende più semplice sfumare le varie tonalità di colore. Ad esempio nel nastro che incornicia il personaggio maschile ho scelto di unire rosso scuro e azzurro. Dopo aver bagnato l’area con l’aquash ho steso il rosso a partire dagli angoli, interrompendomi a circa un terzo della lunghezza totale e lasciando in bianco la parte da riempire con l’azzurro, che ho passato a partire dal centro verso l’esterno, fino a farlo sovrapporre leggermente con il rosso. Ho ripetuto il processo fino ad ottenere il risultato voluto, cercando di bilanciare i due toni e di sfumarli delicatamente.
Ho seguito la stessa modalità anche nel colorare le rose e gli altri elementi la cui sfumatura volevo fosse più regolare. In alcuni casi ho lasciato asciugare il colore creato mescolando le matite, per poi stendere sopra quello creato mescolando i gessetti. In questo modo all’interno dello stesso petalo, per esempio, abbiamo due toni di rosso leggermente diversi.
Naturalmente si possono mescolare anche materiali diversi tra di loro e l’effetto è particolarmente interessante, ma dipende da che tipo di colorazione avete in mente.
I gessetti e le matite che utilizzo di solito sono piuttosto leggere come saturazione e quindi si adattano ad un’immagine come quella mostrata in questo caso. Proprio per questo stavolta mi sembravano fuori luogo i toni più vibranti, come quelli che si possono facilmente ottenere dai radiant, anche se mescolati con i colori principali dell’illustrazione.
I capelli sono realizzati con uno stile abbastanza piatto e in entrambi i personaggi si distinguono facilmente sia i vari passaggi che i vari colori.
Quanto all’ordine di colorazione, sono partita dalle basi della pelle e dei capelli, per poi passare alle rose e ai petali. Tendenzialmente è bene partire dalle aree più chiare e andare man mano scurendo, specialmente nel caso dei colori ad acqua, che sbavano facilmente. Tuttavia, trattandosi dell’elemento chiave del disegno, anche se le rose erano più scure rispetto allo sfondo volevo assicurarmi che non risultassero sbilanciate.
Prestate sempre attenzione ai dettagli e divertitevi a mescolare colori apparentemente poco compatibili, come nel caso della colonna di marmo sulla destra del disegno. Non sempre sarà un successo, ma è importante non porsi limiti da soli quando si sperimenta con la colorazione. Può essere utile anche servirsi di fluidi mascheranti come quello che ho presentato all’inizio dell’articolo, per isolare aree dell’illustrazione che volete ‘proteggere’ dal colore – soprattutto in caso di acquarelli, che spandono facilmente.